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Gabriele Gonfiacani


Evoluzione
"La vita organica, ci dicono, si è evoluta gradualmente dal protozoo al filosofo,...
Salto di pari passo dettagli e curiosità anagrafiche poiché non interessano a nessuno, e perché in un sito dedicato alla fotografia ci si aspetta di leggere di fotografia.
 
Da bambino ho respirato per un breve periodo i sali d'argento, grazie alla passione di un babbo che si chiudeva nel ripostiglio per caricare le spirali con le pellicole, e che passava giornate intere in garage alla luce di una lampadina rossa. Passione che purtroppo, per i casi della vita, è rimasta reclusa nei primi anni Ottanta.
Attraverso un buco spazio-temporale, è solo nel nuovo millenio che, complici una serie di cambiamenti radicali nella mia vita, maturo un forte bisogno di creare qualcosa di mio, di produrre con le mani qualcosa di materico che incorpori un frammento di me stesso e che mi racconti.
 
Quindi nel 2008 inizio un percorso che parte con l'acquisto della prima macchina fotografica digitale, e che prosegue nel 2010 con l'ingresso nel Centro Fotografico Tifernate.
L'approccio digitale è stato e continua ad essere insostituibile e imprescindibile, ma ancora manca qualcosa, esiste ancora una insoddisfazione che non è nemmeno tanto latente.
Ecco allora che questo embrionale percorso subisce La svolta: l'occasione di un radicale cambiamento nella mia vita, diventa l'ottima scusa per ricevere un regalo analogico. E' il 2012 quando comincio a maneggiare la mia prima fotocamera analogica completamente meccanica. Questa la causa scatenante di un vortice ai sali d'argento il cui odore resta sulle dita e sui vestiti di molte serate.
 
Il mio percorso è solo agli inizi, comincia solo ora ad assumere quel carattere materico che cerco. L'approccio analogico mi permette di studiare una catena di lavoro che va dalla ripresa alla stampa. E da qui si può immaginare quanto sia lungo e difficile tale percorso che ancora ho solo imboccato.
Mi sembra di seguire un percorso simile a quello che ha fatto Pablo Picasso con il suo "Busca a tu toro! Antes que el te busca a ti." Un giorno, in un atelier, Picasso disegna un toro impeccabilmente classico e somigliante. Dopo ben dieci metamorfosi, del toro resta soltanto una linea. L’incisore che sta guardando racconta: “Quello che non riesco a capire è che lui ha finito dove avrebbe dovuto cominciare”.

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